Gli ottomila sempre nel mirino

Gli ottomila sempre nel mirino

Il revival della stagione autunnale delle spedizioni alpinistiche sugli 8000la

Da qualche anno già ci sono critiche di ogni tipo verso le spedizioni alpine, soprattutto verso l'Everest e ultimamente il Manaslu. Ma sembra che le polemiche hanno un effetto collaterale anche interessante: l'aumento delle spedizioni autunnali per evitare i grandi afflussi alle montagne grandi dell'Himalaya.

Everest

Ci saranno diverse spedizioni che includono Joe Vernachio, CEO di Mountain Hardwear, che proveranno una nuova serie di equipaggiamento ed abbigliamento, Garrett Madison, noto organizzatore di spedizioni alpine, Zac Bookman, Kristin Bennett, Kilian Jornet, noto ultra runner ed infine il polacco Andrzej Bargiel, che dopo il K2 intende di scendere su ski anche l'Everest dalla cima fino al campo base senza ossigeno e senza togliere gli sci in qualsiasi momento durante la discesa e sta usando il suo drone per aiutare ai “Icefall doctors” a ispezionare la cascata del ghiacciaio e la parete occidentale per i campi 1 e 2 mentre prepa il percorso Jost Kobusch per la sua scalata in solitaria dell'Everest da nord-ovest attraverso l'Hornbein Couloir, un percorso che non è stato ripetuto dalla spedizione dell'Everest americana del 1963.

Con tutte le folle sull'Everest della scorsa primavera e il nuovo scenario delle regole che il Nepal ha pubblicato il mese scorso, ma che in parte sembra improbabile che venga implementato, l'autunno sembra diventare l'alternativa per alpinisti "seri" per evitare quello che si vede ogni primavera: una folla che intasa letteralmente la montagna, quando la stragrande maggioranza delle spedizioni si radunano ai campi base dei vari 8000la del Nepal (e Tibet). Questo autunno sono ad oggi rilasciati per 10 vette per 35 spedizioni a 350 scalatori stranieri, fra loro 64 donne i rispettivi permessi. La maggior parte sceglie il Manaslu con ben 260 permessi, Dhaulagiri con 30, Lhotse 13 e Sagarmatha 10 permessi rilasciati dal governo nepalese.

Il Cho Oyu e i 14 ottomila in un anno di Nirmal Purja

Una delle più interessanti imprese tuttavia rimane la parete sudest del Cho Oyo che rimane sul lato nepalese ed e' una delle più difficili e ripide pareti, raramente tentata e Nirmal (Nims) Purja, Mingma David Sherpa e Halung Dorchi (Sanu Sherpa) sono in Nepal proprio per provare questa difficilissima parete! Dopo questo, probabilmente Nims tenera il Manaslu del Nepal e per ultimo suo 8000la il Shisha Pangma in Tibet. Tuttavia, ci sono voci persistenti rumori secondo cui la Cina non rilascerà alcun permesso per il Shisha Pangma questo autunno. Nims ha scalato in tempo record di appena 94 giorni ben 11 8000la: Annapurna (23 aprile), Dhaulagiri, Kangchenjunga, Makalu, Everest, Lhotse, Nanga Parbat, Gasherbrum I, Gasherbrum II, K2 e Broad Peak (26 luglio). Sembra che ora abbia finanziamenti per completare il progetto, a parte la politica.

Lhotse autunno 2019

Un team polacco di 11 membri proverà Lhotse sulla rotta standard attraverso la cascata di ghiaccio Khumbu questo autunno. Sono già in cammino attraverso il Khumbu per raggiungere il campo base. 

Dhaulagiri: Carlos Soria Fontán è tornato a 80 anni!

Il veterano alpinista spagnolo è tornato su Dhaulagiri per la sua decima volta. All'età di 80 anni sta tentando di completare tutti gli 8000 e gli rimangono solo Dhaulagiri e Shisha Pangma. È l'unica persona ad aver raggiunto la vetta di dieci degli 8000 dopo aver compiuto 60 anni e la persona più anziana ad aver raggiunto la vetta K2 (65 anni), Broad Peak (68), Makalu (69), Gasherbrum I (70), Manaslu (71 anni vecchio), Kangchenjunga (75 anni) e Annapurna (77 anni). In questa spedizione lo accompagna anche Mattia Ignazio Conte dall'Italia. Carlos, che aveva compiuto il suo primo ottomila - Nanga Parbat - all'età di 50 anni, è l'unico alpinista ad aver scalato con successo dieci montagne sopra gli 8.000 metri dopo aver compiuto 60 anni. Almeno 30 scalatori di due spedizione hanno ottenuto il permesso per il Mt Dhaulagiri in questa stagione. Mentre Sanu Sherpa è partito per il Dhaulagiri per completare tutte le 14 cime sopra gli 8.000 m. "Voglio essere il terzo scalatore nepalese a scalare tutte e 14 le vette stando in cima al monte Dhaulagiri in questa stagione", ha detto Sherpa.

Manaslu, il più popolare!

Il Manaslu è diventato estremamente popolare negli ultimi anni. Pesantemente commercializzato la scalata come facile ed economica, questo autunno vedrà ben 260 alpinisti stranieri con 270 Sherpa che li aiuteranno a scalare vetta, fra loro, Enrico De Luca (70), Marco Camandona, Francesco Ratti e Nives Meroi e altri 18 alpinisti italiani. Ci saranno in tutto quindi oltre 530 persone in 26 spedizioni al campo base e sopra, se si pensa che non tutti alpinisti stranieri scalano come la Meroi, più di 1 Sherpa assiste 1 scalatore. Fra le spedizioni troviamo anche una italiana-svizzera con Marco Camandona e Francesco Ratti. Il Monte si sviluppa sempre più la star fra gli ottomila. Notevole l’impresa del bulgaro Vladimir Pavlov di scendere senza ossigeno dalla vetta al campo base con il Snowboard! Sebbene abbia un buon record di sicurezza, il Manaslu può essere mortale con le valanghe che uccidono spesso chi si è accampato nel posto sbagliato.

Shisha Pangma - Nessun permesso?

Ancora girano le voci che la Cina non rilascerà alcun permesso per il Shisha Pangma questo autunno. In tal caso, Nirmal Purja sarebbe fermato nella sua tentativo si salire in vetta a tutti gli 8000la in sette mesi in un unico anno, auguriamoli che non si verificano i rumori.

Makalu e Kangchenjunga

Mentre il Makalu vede solo 4 spedizioni, il campo base dell’Kangchenjunga - come spesso - rimane senza visitatori quest’autunno. Grati la dea Yuma Sammang e le "cinque forzieri della grande neve", che potranno passare giornate indisturbate.

Un pensiero

Senza dubbio le spedizioni alpinistiche attraggono sempre piu persone.. il traffico sul Manaslu e' decisivamente indicazione e non tutti sono alpinisti capaci, molti sono persone con la voglia di iscriversi nel albo di uno dei ottomila, i "facili" come Cho Oyu e Manaslu dimostrano chiaro la tendenza: nonsotante tutte le critiche, l'alpinismo dei ottomila diventa sempre piu una questione di soldi e prestigo, mentre gli alpinisti "veri" sono sempre meno, ma tutti alpinisti oggi si devono chiedere sempre piu perche loro lasciano indietro tonnellate e tonnellate di rifiuti nella natura e agli abitanti del posto. 

L'alpinismo e gli alpinisti non possono nascondersi dietro a discutibili record e orgoglio alpino, egoismo. Le tante spedizioni "eco" che portano giù dagli ottomila, accompagnati dalla pubblicità non sembrano mai bastare. L'alpinismo per sua definizione propaga un incontro con la montagna, la natura, ma oggigiorno apparentemente non se ne frega molto delle sua basi, basta si ha goduto la scalata. Certo, non sono gli unici a sporcare, ci sono anche i Trekker che non rinunciano ai fazzoletti umidi, bottiglie di plastica e il shampoo chimico e la pizza se possibile.

Ma l'alpinista moderno e informato, 
potrebbe essere forzato a spendere qualcosa in più per lasciare il meno possibile indietro? Speriamo che gli alpinisti stessi cambiano atteggiamento verso queste valli di alta quota, spesso sacri come le vette, dove risiedano dei e protettori. Quello che per altri sono le moschee o le chiese, per la gente locale sono le montagne e vette, spesso profanate nonostante l'immensa generosità dei popoli nel perdonare ai ospiti stranieri. Nemmeno rispettare che ci permettono di violare la sacralità e comportarsi consci ed ecologicamente responsabili non è prerogativa del turista, ma anche dei alpinisti.

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