Le spedizioni e l'inquinamento

Le spedizioni e l'inquinamento

Il campo base Everest del 2023....

 

La primavera delle spedizioni in Nepal: Tra record e nuove regole



Il Nepal, spesso trascurato dai media, si trova al centro dell’attenzione durante la stagione primaverile delle spedizioni sulle vette di oltre 8000 metri.

Questo evento annuale attira l’interesse non solo di appassionati di alpinismo, ma anche di importanti reti televisive come RAI, Mediastet, CNN, e BBC.

Nel 2024 i permessi per scalare l’Everest hanno mantenuto lo stesso costo dell'anno precedente: 11.000 dollari USA a persona, ai quali si aggiungono le spese della spedizione, che variano da 40.000 a oltre 100.000 dollari USA, a seconda dei servizi inclusi.

Altri ottomila hanno costi di permesso notevolmente inferiori, appena 1800 dollari USA per Annapurna, Dhaulagiri, Manaslu ecc. durante la stagione primaverie, sebbene le spese complessive per una spedizione rimagono relativamente alte e possano variare.

Kami Rita Sherpa, detentore del record per aver scalato il Monte Everest ben 28 volte, si prepara per la sua 29ª ascesa questa primavera. Se tutto va secondo i piani, raggiungerà la straordinaria cifra di 30 scalate entro il 2025.

Quest’anno, 246 permessi per le spedizioni sono già stati rilasciati, ma siamo solo all’inizio. Si prevede che oltre 400 alpinisti si dirigeranno verso l’Everest, principalmente dal lato sud. Gli Icefall Doctors stanno preparando la via verso la vetta, e la maggior parte degli scalatori seguirà le vie già tracciate e utilizzerà l’ossigeno supplementare. Tuttavia, la fatica rimane comunque una sfida costante.

Tra le novità di quest’anno, vi è l’obbligo di portare almeno 8 kg di rifiuti organici (principalmente feci) dai campi alti al campo base. Inoltre, ogni membro delle spedizioni dovrà indossare un localizzatore GPS per garantire la sicurezza e la responsabilità ambientale.

Ecco alcuni dati interessanti sulle principali vette:

    Annapurna (8091 m): 86 alpinisti confermati
    Kanchenjunga (8586 m): 8 alpinisti confermati
    Makalu (8485 m): 35 alpinisti confermati
    Lhotse (8416 m): 100 alpinisti confermati

Ma non è tutto! Simone Moro, noto alpinista italiano, si appresta a tentare per la sesta volta l’ascesa del Manaslu nel 2024, durante la sua spedizione invernale. Moro detiene il record del maggior numero di prime ascensioni invernali su vette di 8000 metri, tra cui Shisha Pangma (2005), Makalu (2009), Gasherbrum II (2011) e Nanga Parbat (2016).

Un altro protagonista è il 17enne nepalese Nima Rinji Sherpa, che mira a stabilire un record impressionante: scalare la sua undicesima vetta sopra gli 8.000 metri. Nima sta già tenendo d’occhio la vetta dell’Annapurna per diventare lo scalatore più giovane a conquistare tutte e 14 le vette di questa categoria.

Il Nepal tuttavia intende di incrementare le tariffe (chiamate "Royalities") invariati dal 2015 nel prossimo anno dai attuali 11.000 a 15.000 Dollari USA. Non farà certo differenza sul costo globale, ma i costi che il governo nepalese deve sostenere sono anche cresciuti molto nei ultimi anni.

La Cina ha recentemente riaperto il versante tibetano del Chomolungma (l’Everest). Almeno due spedizioni hanno già ricevuto il permesso dalla China Tibet Mountaineering Association (CTMA), che è limitato per legge a un massimo di 300 permessi a persona all’anno. Questa riapertura segna un nuovo capitolo per le spedizioni alpine in Tibet che speriamo riprendono nei anni a venire.

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Il terzo campo (7555 m) sull'Annapurna (8091 m)

Sull’Everest, gli Icefall Doctors, alpinisti nepalesi incaricati di preparare la via attraverso la Cascata di Ghiaccio del Khumbu, sono a metà del loro compito. Dopo alcune difficoltà, si prevede che raggiungeranno il primo campo avanzato la prossima settimana. Questo permetterà agli scalatori di risparmiare fatica fino al quarto campo, situato a quasi ottomila metri di altitudine.

Altri Icefall Doctors stanno preparando le vie per varie vette, tra cui l’Ama Dablam e l’Annapurna, oltre all’Everest.

Molti aspiranti scalatori arriveranno ai rispettivi campi base verso metà aprile per acclimatarsi. Prima di affrontare le sfide delle grandi vette, scalano picchi “minori” come il Lobuche, l’Imja Tse o l’Ama Dablam. Nel frattempo, lo staff delle spedizioni sta allestendo i campi base e i primi campi alti.



Lotta all’inquinamento sulle vette dell’Himalaya: un impegno collettivo


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Rifiuti lsciati dai escursionisti o trekker sul itinerario del Annapurna

L’inquinamento sulle maestose vette dell’Himalaya, tra cui l’Everest, è un problema serio e complesso. Le cifre sono impressionanti: circa 50 tonnellate di rifiuti sull’Everest stesso e 75 tonnellate nel campo base, principalmente a causa delle spedizioni, degli alpinisti stranieri e delle guide nepalesi.

Inoltre, 240.000 litri di urina e circa 20 tonnellate di feci da Lobuche in vetta contribuiscono molto all’impatto ambientale.

Ma chi è il colpevole? La risposta non è così semplice. Vediamo alcune considerazioni:

Escursionisti e alpinisti: Le statistiche del Sagarmatha Pollution Control Committee indicano che ogni anno vengono "prodotto" circa 1.000 tonnellate di rifiuti da trekker, popolazione locale e alpinisti. Purtroppo, molti di loro non lasciano mai il parco, contribuendo all’inquinamento.

Responsabilità Individuale: Ogni escursionista può fare la sua parte per ridurre l’impatto. Evitare l’uso di lattine, sacchetti di plastica monouso e fazzoletti inumiditi che rilasciano sostanze chimiche nell’ambiente è un passo importante. Anche la scelta di prodotti ecologici come shampoo e saponi biodegradabili al 100% fa già notevole differenza.

Nuove Iniziative: Il governo del Nepal sta cercando di affrontare il problema. Spedizioni alpine sono organizzate per ripulire le montagne. Nel 2024, sono previste per raccolta ben 10 tonnellate di rifiuti solo su Everest, Lhotse e Nuptse. Questo sforzo coinvolge 12 membri del esercito e 18 Sherpa che formano la spedizione ufficiale del governo che lavoreranno per ripulire le zone fino al quarto campo sull’Everest nei 55 giorni che rimangono sulla montagna.

Collaborazione: Non è solo un problema degli alpinisti come evidenziato. Tutti noi, escursionisti e appassionati di montagna da tutto il mondo, dobbiamo fare la nostra parte. Ridurre l’uso di prodotti inquinanti e adottare pratiche sostenibili è essenziale.

In conclusione, l’inquinamento è una sfida collettiva. Nel 2024, cari alpinisti e trekker, impegniamoci a migliorare la nostra impronta ecologica. Anche piccoli cambiamenti fanno la differenza. Rispettiamo queste meravigliose montagne e lasciamo loro un’eredità di pulizia e bellezza.

Oggi ci sono diverse organizzazioni come il "Carry me back" che si rivolge principalmente ai escursionisti, in modo che si riporta il più possibile i propri rifiuti indietro per minimizzare l'impatto ecologico personale, e noi come Navyo Nepal supportiamo queste iniziative per il bene della natura e anche perche siamo sostenitori di un turismo sostenibile quanto possibile.

Non solo ci occupiamo ad incassare la quota di partecipazione, come fanno molti tour operator, che poi non si impegnano le realizzare viaggi sostenibili, perchè la sostenibilità richiede anche impegno del partecipante o escursionista.

Anche tu come viaggiatore individuale, come escursionista, come operatore o anche persona locale, noi tutti assieme abbiamo questa responsabilità di lasciare il mondo con meno possibili tracce di inquinamento. Le soluzioni non sono sempre perfette, ma sempre meglio che non fare nulla!

La terra ci ha dato la vita, non togliamo la vita alla terra!


Per oggi da Kathmandu è tutto!

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