Le „campane tibetane“ non sono tibetane?

Le „campane tibetane“ non sono tibetane?

Vengono vendute come "campane tibetane", ma del Tibet non hanno nulla. 

 

Chi non le ha viste nei centri di benessere, centri spirituali e perché no, nei centri di buddhismo in occidente? Le così dette „campane tibetane“, ovvero le ciotole di metallo alle quali vengono attribuite poteri di guarigione sia del corpo che della mente la cui origine sarebbe fondata nella storia e cultura del antico Tibet.

 

Questo tipo di ciotole hanno davvero origine nel Tibet come il nome promette o sono semplicemente un prodotto ottimizzato di marketing?  I miti attorno queste ciotole hanno di fatto varie versioni: chi le addice una storia che va avvolte anche indietro all’epoca del Budda storico (566-486 a.C.), ben oltre 2500 anni fa, avvolte ancora più indietro. In ogni caso radici ed usi antiche.

 

Queste ciotole, soprattutto nelle varianti economiche, sono souvenir popolare fra i turisti che visitano i paesi dell’Himalaya e Sudest Asia. Certamente nessuno dei venditori romperebbe la favola del Tibet, che ha moltissimi seguaci nei paesi occidentali e pure nella Cina stessa, perché il mito del Tibet è un fortissimo incentivo per la vendita. 

 

Molti siti di e-commerce vendono queste ciotole evidenziano spesso la composizione delle ciotole: sarebbero composto di leghe di 5, solitamente di 7 metalli preziosi o rari associato anche ai pianeti: l’oro al Sole, l’argento alla luna, il mercurio a Mercurio, il rame a Venere, il ferro a Marte, lo stagno a Giove e il piombo a Saturno. Quindi, oltre di originare dai altipiani tibetani da tempi remotissimi, sarebbero fuse da vari metalli, spesso in notti propizi secondo la luna o riti “segreti” tantrici o fabbricate accompagnato dai canti dei monaci per i loro monasteri (!!), usato da saggi, guaritori e monaci tibetani da secoli per il loro uso benefico alla salute e meditazione. A volte vengono anche associato all’epoca di dominio Bön-po, la religione pre-buddista sciamanica ancora prima della sua “sconfitta” dalle ondate di missione buddista proveniente dal Subcontinente Indiano. Chi più ne ha più ne metta.

 

In quasi trent’anni che vivo e viaggio nel cuore dell’Himalaya ho visitato molti monasteri tibetani e parlato con diversi abati (Lama, Rinpoche), monaci, storici, negozianti specializzati, guaritori locali (Jhankri) e Alchi (tradizionali medici della medicina tibetana), frugato fra i libri di svariate librerie e raccolte storiche nonché (più facile) in internet, che oggi apre documenti e ricerche, che fino a pochi decenni fa era precluso al semplice mortale.

 

La diffusione del mito delle “campane tibetane” usa volutamente il nome “Tibet”. Il Tibet viene da molti romanticizzato, soprattutto nei ultimi 40 anni. L’altipiano tibetano suscita emozioni di spiritualità, di un popolo pacifico in armonia con la terra, elementi spesso percepite come mancanti nel mondo occidentale. Vere o false non importa, in quanto la percezione viene volutamente nutrita e volentieri accettata, l'amore fa cieco si dice, l'amore per un concetto, se pur falso, non fa vedere la "truffa" di chi vende al povero acquirente convinto di aver trovato una rarità o un oggetto della "tradizione" antica del Tibet.

 Negozio di campane e gong

Negozio di "campane tibetane"e gong.

 

Ma come vedremo di seguito, vendere queste ciotole per "campane tibetane" è come vendere del vino inglese (esiste) per Chianti DOCG... non che il vino inglese debba essere di bassa qualità, ma semplicemente non è Chianti DOCG.

 

Quando si legge in che “… Le prime campane tibetane furono utilizzate già 6000 anni fa nell’estremo oriente”, ricordiamoci che l’estremo oriente non include il Tibet e che i primi documenti scritti della Cina risalgono al regno dell'imperatore Wu Dina della dinastia dei Shang della valle del fiume Giallo (fondata intorno al 1600 a.C.), mentre la preistorica cinese, senza alcun documento storico affidabile, si compone da speculazioni sull'attività umana nei siti archeologici e sui reperti portati alla luce. Di fatto non si trovano queste "campane tibetane" in nessun monastero del Tibet culturale, ne nei musei, il che dovrebbe già essere risposta sufficiente in materia. 

 

Non esistono fonti conosciute nella letteratura o nei archivi storici del Tibet ad oggi che menzionano una esistenza di una ciotola o campana tibetana per uso alla meditazione o nei monasteri. Bensi delle ciotole d'offerta di acqua sui altari (“yonchap”), ma non sono minimamente simile alle “campane tibetane”. 

 

Nemmeno si trova alcun nome tibetano per le supposte "campane tibetane", mentre esiste per esempio un termine tibetano preciso per le famose ruote di preghiera, sia in piedi (maNi 'khor lo) che portatili (lag' khor). I tibetani hanno fatto vari tipi di ciotole (“phor pa” e “yonchap”) per secoli, che hanno usato per conservare, mangiare e bere e come contenitori per le offerte sugli altari, ma non per altro uso, certamente non per meditare.

Le “ciotole tibetane” nemmeno si trovano nei monasteri nelle regioni appartenenti alla cultura tibetana né nelle altre province della Cina o il Nepal o il Bhutan che ne farebbero un uso attivo o continuato di queste “ciotole tibetane” per la loro pratica religiosa o guarigione. 

Quando vediamo „campane tibetane“ antiche, ricordiamoci che a differenza di sostanze di organiche l’età delle ciotole, essendo metalliche, non è precisabile, un semplice trattamentoantichizzante“ permette di dare l’aspetto di usura e antichità. In Asia la pratica di invecchiare oggetti, tappeti, mobili, gioielli eccetera è diffuso e corrisponde alla richiesta del mercato dove le cose „antiche“ o rare hanno buon mercato. "campane tibetane antiche" semplicemente non esistono.

 blog 11 novembre, ciotole di risonanza, vendute come "campane tibetane

Ciotole di varie dimensioni, anche decorati sono un prodotto altamente ricercato non solo dai turisti sui mercati locali.

Anche secondo storici e guaritori come il nepalese Salil Subedi, che è anche uno dei famosi artisti musicali delle ciotole, l‘origine di queste campane non è certo il Tibet, ma il Nepal e non per uso nella meditazione o per guarire, ma una sempliceciotola da cucina“ e non li è certo da quando le ciotole vennero trasformate in „campane tibetane“.

 

Secondo un altro guaritore, Santa Ratna Shakya, le ciotole, conosciute come Dabaka o Bata in lingua nepalese, venivano usate come ciotola per mangiare, anche se oggi ciotole e piatti in acciaio hanno largamente sostituite quelle tradizionali per il semplice costo.

 

Concorda con questo anche Tenzin Dheden, tibetano esiliato in Canada che scrive in un suo recente articolo che „ ... anche il consenso accademico è che le „campane tibetane“ sono un'invenzione completamente occidentale e la loro presunta tibetanità è un mito moderno. Secondo lui non ci sono prove storiche credibili, di sorta, che i tibetani avessero mai usato delle “campane tibetane”.

 

Lo storico Tsering Shakya ha espresso - senza mezzi termini – che  non ci sono prove storiche credibili che i tibetani avessero usato ciotole metalliche "risonanti" in alcun modo che risomiglierebbero alle ciotole e modo in cui sono vendute oggi.

 

Non dovrebbero esserci dubbi che di tibetano non si trova nulla nelle "campane tibetane", come già scritto, non vengono viste usate dai tibetani stessi sia sul altipiano che in esilio. Prova a trovare una foto di monaci tibetani in un monastero tibetano usando queste ciotole. Già il nome "campana" non quadra...

 

Molto più plausibile è la teoria che queste ciotole metalliche erano originariamente semplici ciotole di cibo dell'India del Nord o del Nepal e solo dai primi anni ‘70 del scorso secolo sono divenuti „campane tibetane“ e oggetto del mondo della nuova spiritualità (New Age). I musicisti Henry Wolff e Nancy Hennings sono stati accreditati dell'introduzione della "campana tibetana" per scopi musicali nel 1972 con il album "Tibetan Bells" (sebbene non abbiano fornito dettagli sulle ciotole usate nella registrazione). 

 

Oggi esiste un’industria attorno le ciotole e oggi molti offrono trattamenti, seminari, registrano musica e conducono spettacoli dal vivo in paesi di tutto il mondo. L'associazione delle „campane tibetane“con la spiritualità e cultura tibetana è semplicemente falso, oppure come si dice oggigiorno “fake news”, mentre i benefici per la salute sono probabili almeno al livello di rilassamento e la meditazione.

 

La conclusione è che queste “campane tibetane” non sono di origine tibetana, ma vengono chiamate così causa di una leggerezza di disinformazione  o misinterpretazione, magari per il disco di Wollf e Hennings che il mercato a preso in mano trasformandolo nel "business" che oggi sfrutta e risponde con grande entusiasmo a tutto quanto legato al termine Tibet, anche per valorizzare queste ciotole.

 

Sarebbe quindi solo rispettoso verso la cultura tibetana chiamarle ciotole risonanti, ciotole terapeutiche, ma non “campane tibetane”, perché semplicemente non corrisponde né ai fatti storici e religiosi della cultura tibetana. Insomma non sono campane Tibet DOCG, ma hanno sicuramente un valore terapeutico per chi li usa, anche se non sono certo di questo.

 

Da annotare che queste ciotole vengono localmente (in Nepal) vendute al peso, non al pezzo. Qualora si comprano, chiedere il prezzo al chilogramma, si ottiene un prezzo migliore! 

 

 

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