GEOGRAFIA E NATURA

La geografia e natura del Nepal è molto variata

La geografia e la natura in Nepal sono molto variegate

 

Il Nepal è uno dei paesi più ricchi in biodiversità e morfologia, dalle pianure del Gange, il Terai, fino alle regioni artiche sulle alte montagne dell'Himalaya la geografia e la natura si manifestano nella loro ricchezza.

 

IL CLIMA

Il clima del Nepal viene classificato generalmente come subtropicale, con 4 stagioni principali :

L'inverno

L'inverno ha inizio verso fine novembre ad inizio dicembre. Il periodo è piuttosto freddo in alta montagna. In questa stagione, le temperature nel Terai sono gradevoli di giorno, ma possono anche essere molto fredde se prevale la nebbia. La valle di Pokhara è gradevole, e Kathmandu gradevole di giorno e fresca di notte. Solitamente in gennaio, si ha un breve periodo di pioggie (il monsone invernale) di ca. 7-10 giorni, che segna anche il periodo più freddo nel paese.

La primavera

Inizia verso metà febbraio/inizio marzo, con l'aumento notevole delle temperature diurne, fioriscono i Rododenri e i fiori. Verso aprile inizia la stagione calda, culminando in maggio con temperature nel Terai che raggiungono anche oltre 40 °C!

L'estate

Da metà/fine giugno, arriva l'estate con l'arrivo della stagione delle piogge, la stagione monsonica. I contadini iniziano a trapiantare il riso nei campi. Con le piogge, il monsone rinfresca ma umidifica anche l'aria e il paese cambia volto in un tempo brevissimo: il verde subtropicale trasforma il Nepal in una unica giungla, mentre le alte montagne vedono fiorire la natura nelle valle e le vette del Himalaya si imbiancano ancora di più!

L'autunno

L'autunno arriva verso fine settembre/inizio ottobre ed è la stagione più amata con la raccolta del riso, ormai di color oro. Il paese è verdeggante con un cielo terso e viste sui monti meravigliose. E in genere caldo di giorno e gradevole di notte nelle valli, invece nelle alte valli delle montagne, le notti possono essere già fresche (oltre i 3000 m) e fredde da metà novembre a inizio dicembre. Verso dicembre inizia di nuovo la stagione invernale del ciclo descritto.

GEOGRAFIA

Il Nepal copre un area di 147.181 chilometri quadrati, ca. la metà della superfice dell’Italia continentale con un estensione nord-sud di 145-241 km e 850 km ovest-est. Si trova fra l'India a sud e la Cina al nord, con latitudine fra 26 e 30 gradi nord e la longitudine fra 80 e 88 gradi est. Le altitudini variano estremamente fra il monte Everest (Sagarmatha) con 8848 m e il punto più basso a Kechana Kalan (distretto di Jhapa) con appena 70 m e si divide in tre (quattro) zone geografiche principali.

 

IL TERAI: FRA GIUNGLE ED ELEFANTI

E‘ la pianura a sud del Nepal, ovvero è parte della pianura del fiume Gange. E‘ subtropicale ed è rimasta fino agli anni 50, quasi del tutto, una densa  giungla. Qui si trova il punto più basso del Nepal, con 70m, vicino alla città di Janakpur. Con la crescita della popolazione, oggi le giungle sono diminuite nettamente, ma comunque prevalgono ancora. I fiumi che scendono dalle montagne attraversano la pianura, che è ricca di fauna e flora. Infatti oltre 450 delle 800 specie di uccelli si trovano nel Terai. Una infinità di insetti e specialmente di farfalle.

Animali come il rinoceronte, il gharial (una specie di coccodrillo), cervi e antilopi, bufali e leopardi si trovano nel Terai. Oggi il 48% della popolazione nepalese vive nel Terai, dove si trova la stragrande maggioranza delle industrie, facilitata dalle pianure e della vicinanza con l'India. La terra fertile e l'irrigazione permettono di coltivare svariati prodotti agricoli come riso, verdure, tabacco, canna da zucchero, canapa, cotone. Ben 40% del Terai è arabile, il resto, coperto da foreste e giungle dense, racchiudono il famoso parco nazionale del Chitwan.

 

IL SIVALIK

La prima catena di colline, non è sfruttabile per l'agricoltura ed è poco popolata. Le Siwalik soffrono parecchio per la deforestazione. Alcune tribù "primitive" si trovano ancora nele Siwalik. Le colline Siwalik sono la linea, dove la faglia principale centrale della collisione fra il subcontinente indiano e l'Eurasia sta alzando ancora l'Himalaya, formando l'altopiano tibetano e la carena dell'Himalaya. Non ha particolare importanza per il paese, essendo molto stretta, ospita però alcune delle popolazioni entologicamente più interessanti del paese come i Raute e Chepang. I Sivaliks si intendono integrati nel Mahabarat.

 

LE COLLINE E MONTAGNE DEL MAHABARAT

I monti del Mahabarat si alzano fino a 3000 m ed è la zona di maggior densità di villaggi e genti del Nepal. In questa regione si trovano le grandi valli fertili di Surkhet, Pokhara e Kathmandu. Le terrazze di riso sono l'elemento più visibile, e possono arrivare fino alle punte delle colline e dei monti. Predominante è l'agricoltura: riso, patate, verdure, grano, mais oltre a bufali, capre e galline che rappresentano la fonte economica. Ca. 46 % della popolazione nepalese vive in questa regione, che viene anche chiamata "Pahar". Assieme ai Sivalik, che spesso vengono non separati geograficamente, ammonta a ca. 42% del territorio del paese, con il 10% arabile.

 

LA GRANDE MURAGLIA DELL’HIMALAYA

E‘ la zona più conosciuta del paese per le sue montagne che arrivano fino a 8848 m sulla vetta del Sagarmatha (Everest), 8 dei ufficialmente riconosciuti 14 ottomila del mondo si trovano in cinque zone diverse del Nepal: il massiccio del Kanchenjunga, il massicio del Mahalangur Himal (Sagarmatha, Lhotse, Cho Oyu) e Makalu, quello del Manaslu, dell'Annapurna e del Dhaulagiri. Infatti l'Himalaya non è una catena ininterrotta, ma formata  da massicci che crescevano ca. 600.000 anni fa, nella seconda fase di collisione del subcontinente con l'Asia, attraversata da fiumi come il Karnali da nord a sud, tagliando e formando quasi delle "isole" che sono attaccate l'una all'altra.

In questi punti si trovano ancora dei testimoni del "passato": acque termali (Tato Pani), risultato delle faglie geotettoniche. L'alto Himalaya scarsamente abitato, ma con forse i popoli più famosi: gli Sherpa, Lopa, Dolpa. Copre ca. il 35% del paese, ospitando solo il ca. 8% della popolazione. Nel mondo animale si trovano aquile, il leopardo delle nevi, il panda rosso, orsi, cervi e lo Yeti, che per legge è protetto! Parte di questa zona, dal Mustang, Dolpa, Mugu e Humla (est-ovest) fa parte dell'altipiano tibetano (Transhimalaya) che ricevono piogge scarse durante il periodo del monsone.

 

LA FLORA DEL NEPAL

In Nepal troviamo ca. 6.500 diverse specie conosciute di piante selvagge. Dalle orchidee con oltre 300 specie, agli arbusti rododendri, con oltre 30 varietà, dalle svariate forme di bambù fino al loto e alla stella alpina. Nelle zone tropicali e subtropicali si trovano sopratutto foreste di Sal (shorea robusta) e la ceiba, che produce una specie di cotone. Nelle giungle del Terai si trova anche l'erba "elefante" che raggiunge i sei metri, ideale habitat per gli elefanti. Salendo di altitudine si trovano querce, betulle e pini. Oltre i 2.500 metri è diffuso il rondodendro, raggiungendo perfino 18 metri d'altezza! Assieme a loro, noci e coniferi si dividono queste zone. Nelle zone subalpine fra 3.000 - 4.000 metri crescono gli abeti argentati, le querce e il ginepro in zone asciutte. Nelle zone alpine oltre i 4.000 metri, sopravvivono in condizioni estreme specie come la stella alpina, ginepro nano ed erbe.

 

LA FAUNA DEL NEPAL

Oltre la tigre reale, il rinoceronte e l'elefante, il Nepal ospita oltre 800 specie di uccelli, accresciuti dalle specie mirgratorie. Dall'airone, gheppio, aquile reali, fagiani, i gracchi ed infine il corvo imperiale, che abita le zone Transhimalayane. I mammiferi, come i già nominati inizialmente, si trovano sempre con meno spazio a causa dell'espansione della popolazione. Oltre alla tigre reale del bengala, i leopardi sono molto diffusi, fra loro il famoso leopardo delle nevi, che vive fino ai 6.000 metri. Il rinoceronte unicorno o indiano è il più grande in Asia, dove esistono tre specie. Molto pericoloso, oggi si trova di nuovo numeroso in Nepal. L'elefante selvaggio invece è in serio pericolo di estinsione, come anche il delfino del Gange e il gharial o gaviale e il coccodrillo palustre. Molte sono le specie di cervi e di antilopi come il sambar, nelle zone subalpine rappresentati dal famoso cervo mosco, anch'egli in pericolo di estinzione. Nelle zone subalpine troviamo anche l'orso nero himalayano, attivo durante tutto l'arco dell'anno. Interessante notare che vivono solamente due specie di primati in Nepal, il diffuso macaco reso, che abita volentieri anche vicino all'uomo, e l'entello, che preferisce le foreste. Mai scoperto ancora scientificamente lo Yeti, che abita nelle zone alpine e transhimalayane e si distingue in almeno tre specie, entrambe protette dalla legge Nepalese!

 

ECOLOGIA

L'Himalaya e le giungle che lo confinano verso sud, erano fino agli anni 50 conosciute come "Shangri La", dove la Tigre e l'uomo convivevano in pace. Benchè fosse solo l'immagine, forse 50 anni fa era ancora una realtà. Il sistema dell'Himalaya - sottoposto ad attività sismiche - con le sue valli ripide, durante i monsoni soffre per le frane e, la sovrapopolazione che - momentaneamente riversata - con la richiesta di legna come fonte primaria di energia, ha contribuito fortemente al degrado delle foreste e giungle subtropicali del Nepal. Infatti, i boschi coprono solo ca. il 28% del territorio nepalese, e anche se oltre 13% del territorio sono parchi naturali o zone protette. Il governo difficilmente controlla l'utilizzo della legna. Questo perchè, dagli anni '60, i boschi non sono più proprietà delle comunità locali, ma del governo centrale a Kathmandu.

La migrazione delle popolazione dalle montagne verso le colline pre-himalayane e il Terai ha contributo al deforestamento di interi distretti del Terai. L'organizzazione per le tenute governative stessa, spesso ha contributo alla deforestazione con vendite di legna esagerata o adirittura "illegale". Il governo centrale cerca attualmente di ridare, con progetti di sviluppo, i boschi, in parte ai vecchi propietari, che riscuote un pieno successo dove intrapreso. L'industria non contribuisce in modo determinante all'inquinamento, poichè quasi inesistente. Dove invece esiste, non bada ad argomenti ecologici e cosi i centri urbani nel Terai e la valle di Kathmandu soffrono sotto l'inquinamento industriale. In modo particolare la valle di Kathmandu, e sopratutto la capitale stessa, soffre a causa del traffico, delle industrie ed il mancante sistema di riciclaggio dei rifiuti. Più di 130.000 veicoli, dalle motociclette ai camion, affollano le strade maltenute nella valle. Revisioni "finte" e scarichi neri, costringono la gente a portare maschere e i medici e gli scienziati hanno da tempo iniziato a indicare le conseguenze, come le malattie respiratorie legate all'inquinamento dell'aria. I fiumi della valle, in mancanza di scarichi, sono in realtà discariche, che nemmeno il monsone riesce a pulire. I fiumi sacri sono diventati velenosi a tal punto, che biologicamente sono morti.

Il paese, trova difficoltà a dare una vita degna alla sua popolazione per vari motivi, non ha fonti economiche per risolvere i problemi imminenti in breve tempo. La corruzione, il sistema sociale, gli aiuti sbagliati o mal usati in largo nel passato (e presente), tutti questi ed altri fattori, hanno contribuito alla situazione attuale. Nell'ambito nazionale statisticamente non sembra molto grave l'inquinamento, ma nei centri urbani crea situazioni impossibili per vivere una vita sana per chi ci vive. Le sensibilizzazione della gente negli ultimi anni, sopratutto nelle città grosse, e la sofferenza da essa vissuta, ha portato anche qualche aspetto positivo, sono diventati popolari i "rikshaw" elettrici,  con prezzi leggermente superiori rispetto a quelli diesel. Qualche città (Hetauda) ha iniziato a vietare l'uso dei sacchetti di plastica e aumentono le iniziative ecologiche, sia da privati che dal governo, e vengono discusse sui giornali e sempre di più nelle scuole.