Un anno e un terremoto

Un anno e un terremoto
Sopratutto i nepalesi, non i stranieri, ricostruiscono il loro paese!

Si legge nuovamente li e la sul Nepal in occasione del primo "anniversario" dei due terremoti devastani del 25 aprile e 12 maggio 2015. Un paio di pensieri disordinati di uno che ha sopravissuto.
 
Un anno fa uscivamo da casa quando il primo terremoto faceva crollare il mondo per molti, incluso il nostro. Leggo molti racconti di chi è stato "la" durante e dopo i sisma. In verità non si può descrivere la paura, le ansie e che si è vissuto mentre correvo a vedere cosa era sucesso ai vicini, visto che io e i miei cari miracolosamente avevamo sopravissuto le scosse che trasformarono il terreno letteralmente in onde alte anche un metro....
 
Nel nostro villaggio, fra le macerie, feriti ed alcuni morti mi sembrava sia stato passato la guerra. Solo che durante una guerra hai un nemico, ma la terra non ti da nessuna ragione di odiarla, anzi ti nutre normalmente il che ti crea ancora più paura.
 
È passato ormai un anno, la corsa di aiutare ai sfollati, ai terremotati sembra non volersi fermare. Le iniziative di solidarietà continuano, a diversità di altre simile calamità come a Haiti, nel Sichuan, in Pakistan...., a si, forse perchè il Nepal è facile per le organizzazioni umanitarie, non ci sono Haitiani incazzati, radicali Taliban o peggio e pericoli di ogni sorte e una birra è una bevanda normale, la trovi dapertutto, la criminalità praticamente é inesistente.
 
La prima notte del tereemoto del Nepal aprile 2015 Mia moglie e figlio la prima notte dopo il teremoto nel giardino a dormire. 

La corsa delle donazioni è immensa, millioni e millioni di Euro. Leggo tante cose sbagliate, oddio, è vero che non si può sapere tutto di tutti i paesi, ma per noi, la vita è cambiata, ne abbiamo sentito che stiamo male, che bisogna darci una mano ai nepalesi, un popolo cosi bravo e pacifico (mo...).
 
Ma era un musulmano nepalese che mi ha ispirato a donare la mia macchina che ha fatto ca. 15000 km su è giù per le zone colpite, grazie all'infrastruttura quasi illesa, lui spontaneamente ha dato suo tempo a disposizione per portare aiuti il più lontano possibile (la macchina si è fasciata più o meno, ma era utile).
 
I primi mesi del dopo terremoto non abbiamo fatto altro che darci a vicenda una mano, senza badare che perdiamo lavoro e introiti. Si dice che il governo non ha fatto nulla. Ma chi lo dice?? Forse non è cosi facile la situazione. A, si, la corsa, anzi la gara per raccogliere più soldi "per aiutare al Nepal"? Al Nepal?? Ma no, non solo, ma di questo le onlus, che sono più nummerosi quasi dei buffali a chi aiutano? Naturalmente ai poveri.. o no? Non critichiamo chi aiuta!! Ci da la sensazione di aver fatto del bene donando...
 
I nepalesi, la gente commune dal 25 aprile non sta li ad attendere che qualchuno passa e li regala una casa. L'Aquila ancora ne soffre del suo terremoto... ed era mille volte meno devastante. No, non credo quanto leggo, abbiamo nel villaggio sistemato le cose urgenti, chi piantato il riso e grano, mica ti regalano per sempre un sacco di 20 kg di riso ogni settimana, ma dove era difficile arrivare, gli aiuti arrivarono pochi per tanto tempo, è vero.
 
Non siamo stati inattivi aspettando aiuto, le scuole, se si legge, sembrano aver aperto solo adesso, un anno dopo il sisma, ma non è vero, hanno ripreso a funzionare già l'estate scorso.
 
Che dire, si potrebbe andare avanti per molto. Ci sono stati errori, un embargo, la promulgazione dei una nuova costituzione, se pur imperfetta. L'embaro frenava parecchio la ricostruzione, sono spariti soldi un pò dapertutto, c'erano troppi soldi che entrarono (o anche nemmeno) in troppo breve tempo.
 
Nonostante la corruzione nell'amministrazione (e che si dice della "casta" in Italia??) e nelle onlus, ma trovi per fortuna anche l'opposto, il che ti fa sperare che si accelera la ricostruzione un pochino almeno, tanto non lo dice nessuno, ma è il popolo commune e i giovani in primis a ricostruire. Adesso che le cose sono un pò regolate, il governo può distribuire i soldi alla gente per dare una mano a ricostruire, a prendere mutui aggevolati e cosi via.
 
 il terremoto del 25 aprile 2015 in Nepal
25 aprile 2015: il terremoto crea nuvole di polvere che salgono dalla macerie delle case appena crollate.

Non tutto è andato alla meglio, non tutto è perfetto. Per noi italiani residenti l'intervento della Farnesina era una storia memorabile, si è chiuso il Consolato Onorario in Kathmandu, il Console Generale Italiano, competente per il Nepal è stato richiamato... certo non era brillante la presenza della Farnesina in Nepal nel dopo-terremoto. Ma qualchuno era anche capace e presente, devo dire in tutta la sincerità.
 
Un anno è passato e sono per caso in Italia, a Bergamo, all'aeroporto Orio del Serio e vedo un gruppo di persone con la bandiera nepalese, il 25 di aprile, che coincidenza! Attendono un attore noto nepalese con una bandiera nepalese, dei sciarpe buddiste - ormai di moda in Nepal anche fra Hindù - che arriva per un raduno nepalese a Pisa per ricordare il terremoto. Ci salutiamo, chiacchieramo, ci scambiamo i contatti. Questi quattro nepalesi e io ci fermiamo spontaneamente per 1 minuto in mezzo all'aeroporto per ricordare chi non c'è più e che si va avanti, cosa sempre accade.
 
L'ultimo grande terremoto del Nepal nel 1939 era più devastante, e a differenza di oggi, il governo Rana rifiutò ogni aiuto offerto dal estero (si accadeva già allora) e il Nepal si riprendeva lo stesso. Chi ha visto il Nepal prima dei sisma del 2015, non credo avesse notato qualcosa. C'è la faremo anche stavolta!
 
La gente del mio villaggio ripara e ricostruisce pian piano le case, pure quel poco simpatico a cui è crollato la casa completamente, con il povero bufalo dentro che gridò per delle ore prima di morire. Lui non c'è la faceva sui schermi del mondo, non era un uomo, ma solo un bufalo.
 
Un anno dai terremoti ancora non dormo tranquillo, vedo davanti me le scene delle macerie, la morte che non è fotogenica, cosi come molti altri, mi spaventano le vibrazioni di un camion che passa sotto casa, sono sempre alerto e pronto a correre, sono un esperto di terremoti senza laurea, ma con molta esperienza pratica, so abbastanza bene quanto forte è una scossa, meno di 5 non mi alzo nemmeno più dal letto. La mia salute ha sofferto molto, ma sono vivo e non importa quanto si ruba o meno nel nome degli aiuti.

Nel villaggio ancora dobbiamo sistemare molto dicono, ma con o senza aiuto pian piano lo sistemeremo, nuovi bambini nasceranno, il tempio perlomeno è ricostruito, perche è importante che le "case di dio" siano curati come le case dei uomini, anzi, perchè il terremoto ci dice che abbiamo perso la via giusta.. 
 
Aiutare per aiutare
Aiutare al prossimo e anche aiutare a se stessi ad elaborare il trauma del terremoto: assieme si guarisce.

Grazie ai molti che hanno dato, che stanno dando, che si impegnano. Oggi stiamo molto meglio di un anno fa. Sono grato che posso scrivere queste parole perchè non sono rimasto sotto le macerie come qualche amico e vicono, grazie ai molti nepalesi (e stranieri) che hanno dato la loro solidarietà senza propagarla, senza pubblicizzarla, ma semplicemente aiutando.

Dopo un anno pieno di sofferenze, siamo cresciuti e siamo anche più solidali dove serve di più: a casa e nel nostro quartiere, paese o città. Pian piano guariscono anche le ferite dentro di noi.
 
La vita non si ferma.
 
Navyo Eller

NB: se volete aiutare a ricostruire il Nepal potete farlo dando vostro supporto ai ragazzi di Jay Nepal che noi supportiamo perche fanno davvero un lavoro eccezionale: http://www.jaynepal.org/index-ita.html

Qualche statistica  e nota :

I terremoti portarono a quasi 9000 persone la morte, oltre 20000 feriti, di cui ca. 5000 rimasti disabili permanente, sconosciuto il nummero dei traumatizzati, da 500000 a 800000 le case distrutte, sopratutto nel hinterland dove le case erano costruite in maniera semplice con sassi, terra e legno che sono crollati subito, mentre nelle localuità urbane, i danni effettivi si aggirano al 20% delle case esistenti, sopratutto case vecchie maltenute ed edifici nuovi costruiti male. Oltre 2400 scuole dannegiate o distrutte, una dozzina di centrali idroellettrici danneggiati. 

Poco risaputo, ben oltre 250000 animali domestici sono rimasti vittime del terremoto, sopratutto bufali, capre, cani e volatili come anantre galline secondo stime governative.

Contrario a quanto si potrebbe pensare, sono "solo" 745 i monasteri, templi e luoghi sacri o storici parzialmente o totalmente distrutti, di loro 447 nella valle di Kathmandu. 515 sono leggermente danneggiati (crepe), 113 completamente, 97 parzialmente distrutte di cui saranno ricostruite almeno 153, le altre ancora non si sa cosa si farà di preciso.

Le piazze reali (Durbar Square) sono fra quelli che saranno ricostruiti con aiuti internazionali, la Germania e il Giappone si imegnano a Bakhtapur e Changu Narayan, mentre gli USA a Kathmandu, il Nepal a Patan, il Sri Lanka a Swayambunath e Bungamati, la Cina a Nuwankot e il Nepal a Bouddhanath tramite il comoitato locale Bouddha Development Committee.

Si stima che per fine 2016 la maggior parte di questi siti sarà ricostruito o rinnovato, mentre la ricostruzione delle case private rimane in mano delle famiglie e riceveranno sussidi e importi a fondo perduto dopo che le liste dei aventi diritto è stata di recente finalizzata. Anche chi non ha voluto attendere e ha già rifatto la casa, riceverà il contributo.

Innumerevoli i progetti di di sostegno finanziati da tutto il mondo, inclusa l'Italia dove molte piccole realtà si impegnano a raccogliere fondi per il Nepal.

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